martedì 24 marzo 2015

Sulla poetessa Joumana Haddad

La cara poetessa libanese Joumana Haddad si difende dalle denigrazioni circa il suo ateismo e lancia "la terza via della dignità della donna", quella che non accetta passivamente il burqa, ma che non accetta neanche di andare a protestare a seno nudo. Brava! Araboce è con te Joumana Haddad!
Ascolta l'intervista radiofonica:
http://27esimaora.corriere.it/articolo/io-araba-e-atea-minacciata-dai-salafiti-caro-islam-il-tuo-nemico-e-loppressione/

                                             Joumana Haddad (Beirut 1970)

Araboce ha partecipato ad un reading di poesie straniere tenutosi lo scorso 8 Marzo a Pignataro Maggiore (Caserta) con due delle sue poesie.
Il Video con un riassunto dell'evento: 


Le poesie:
Donna
Nessuno può immaginare
quel che dico quando me ne sto in silenzio,
chi vedo quando chiudo gli occhi,
come vengo sospinta quando vengo sospinta,
cosa cerco quando lascio libere le mie mani.
Nessuno, nessuno sa
quando ho fame quando parto,
quando cammino e quando mi perdo.
Nessuno sa che per me andare è ritornare
e ritornare è indietreggiare,
che la mia debolezza è una maschera
e la mia forza è una maschera
e quel che seguirà è una tempesta.
Credono di sapere
ed io glielo lascio credere...
E creo.
Hanno costruito per me una gabbia
affinché la mia libertà fosse una loro concessione,
e ringraziassi e obbedissi.
Ma io sono libera prima e dopo di loro, con e senza di loro.
Sono libera nella vittoria e nella sconfitta.
La mia prigione è la mia volontà!
La chiave della prigione è la loro lingua.
Tuttavia la loro lingua si avvinghia intorno alle dita del mio desiderio.
E al mio desiderio non impartiscono ordini.
Sono una donna.
Credono che la mia libertà sia loro proprietà
ed io glielo lascio credere..
E creo.




Versione originale in arabo:


أنَا امْرَأةْ

لا أحَدَ يُحَزِرُ
مَاذَا أرَى حِينَ أُغَمِضُ عَيْنَيَّ
كَيْفَ أنْسَاقُ حِيْنَ أنْسَاقُ
عَمَّا أبْحَثُ حِيْنَ أطْلِقُ يَدَيَّ
وَلا أحَدَ لا أحَدَ يَعْرِفُ
مَتَى أجُوعُ مَتَىْ أُسَافِرُ
مَتَىْ أمْشِي وَمَتىْ أضِيعُ
وَأنَّ ذَهَابِيَ عَوْدَةٌ وَعَوْدَتِي إحْجَامُ
وَأنَّ ضُعْفِيَ قِنَاعٌ وَقُوَتِي قِنَاعٌ
وَالآتِي عَاصِفَةٌ.

يَظِنِّوْنَ أنَّهُمْ يَعْرِفوْنَ
وأنَا أدَعُهُمْ يَظِنِّونَ
وَأحْدَثُ.

جَعَلوا لِي قَفَصاً كَيْ تَكُوْنَ حُرِيَتِيْ هَدِيَّةً مِنْهُمُ
فَأشْكُرُ وَأطِيعُ
لَكِنِّيَ حُرَّةٌ قَبْلَهُمُ بَعْدَهُمُ بِهِمُ دُوْنَهُمُ
حُرَّةٌ بِقَهْريَ بِهَزِيمَتِيْ
وَسِجنِي مَا أُرِيدُ.
قَدْ يَكُونُ مِفْتَاحُ السِجْنِ لِسَانُهُمُ
لَكِنَّ لِسَانَهُمُ مُلتَفٌّ عَلىْ أصَابِعِ شَهْوَتِيْ
وَشَهْوَتِيْ لا يَأمَرُوُنْ.

أنَا إمْرَأةٌ
يَظِنِّوُنَ حُرِيَّتِيْ مُلْكَاً لَهُمُ
أنَا أدَعُهُمُ يَظِنِّوْنَ

وَأُحَدِّثُ.

Quando sono diventata un frutto
Maschio e femmina mia madre mi ha messa al mondo all’ombra della luna,
Ma Adamo fui sacrificato alla mia nascita,
immolato ai mercenari della notte.
E per consolarmi
mi lavò con acqua torbida
e mi portò sul pendio di ogni montagna.
Per lo spettro del silenzio e il rumore delle domande mi rese docile.
Mi consacrò a Eva lo stupore e la trasformazione.
Mi impastò con il buio e la luce,
un tempio ai diavoli del paradiso.
Straniera crebbi e nessuno si preoccupò del mio grano.
Ho preferito disegnare la mia vita su una pagina bianca,
mela che nessun albero partorì,
poi ritagliarla e uscirne.
Una parte di me vestita di rosso, un’altra parte di me in bianco.
Non ero solo dentro e fuori del tempo,
perché ho avuto origine nei meandri celati.
Prima di nascere pensavo
di essere una massa abbondante,
di avere dormito a lungo,
di avere vissuto a lungo.
E quando sono diventata un frutto
ho saputo quel che mi attendeva.
Ho detto ai maghi di prendersi cura di me,
allora mi hanno presa.
Era la mia risata
bella e imbarazzata.
Volavo sulle piume di un uccello e di notte diventavo un guanciale.
Hanno gettato il mio corpo nei talismani
e hanno cosparso il mio cuore con il nettare della follia.
Mi hanno recato un silenzio e dei racconti
e fatto in modo che io vivessi senza radici.
E da quel momento vago da un luogo all’altro.
Indosso una nuvola ogni notte e parto.
Solo io mi dico addio, solo io mi do il benvenuto.
Volo per sentirmi libera, non perché ho paura.
Torno dal desiderio non dal fallimento.
La mia costanza è il mare e la mia bussola è la tempesta.
Nell’amore non getto l’ancora in nessun porto.
Il mio corpo è il viaggio e la mia morte è nel fermarmi.
Di notte lascio gran parte di me stessa
per abbandonarmi a un forte abbraccio quando ritorno.
I miei fratelli gemelli sono la distanza e le isole,
l’onda e la sabbia della spiaggia,
il rifiuto e il desiderio voluttuoso della luna,
l’amore e la morte dell’amore.
Chi comprende il mio ritmo mi conosce,
mi segue,
però non mi raggiunge mai.

Versione originale in arabo:


عِنْدَمَا ثَمَرَةً صِرْتُ

كُنْتُ بِنْتاً عِنْدَمَا وَلَدَتْني أُمي تَحْتَ ظِلِ القَمَرِ
لَمْ أبْكِ شَأنُ الأطفَالِ لَكِنّي أحْ بَبْتُ أنْ أكونَ ذَكَراً
وَلِكَي تُطيّبَ خَاطِري
غَسَلَتْنِي بِمَاءٍ غَامِضٍ وَبِأقْمِطَةِ النًّقَائِضِ لَفَّتْنِي
وَضَعَتْنِي عَلَى الحَافَّةِ مِنْ كُلِّ جَبَلٍ
نَذَّرَتْنِي إلى حَواءَ الدَهْشَةِ وَالتَحوّلِ
وَبِالعِتْمَةِ وَالضَوْءِ عَجَنَتْنِي
هَيْكَلاً لِشَيَاطِينِ الجَنَّةِ.

غَرِيْبَةً نَشَأتُ وَلَمْ يَنْشَغِلْ أَحَدٌ بِأفْكَارِيْ
فَضَّلْتُ أنْ أَرْسُمَ تُفَّاحَةِ الحَيَاةِ عَلَى وَرَقٍ نَاصِعٍ
ثُمّ شَقَقَتْهَا وَخَرَجَتْ مِنْهَا
بَعْضِيْ يَرْتَدِي الأحْمَرْ وَبَعْضِيَ الأبْيَضَ
لَمْ أكُنْ فَقَطْ دَاخِلَ الزَمَنِ أوْ خَارِجَهْ
فَفِي المَكَانَيْنِ أَقَمْتُ
وَتّذَكَّرْتُ قَبْلَ أنْ أوْلَدَ
أنِّي أجْسَادٌ جَمّة
وَأنِّيَ طَوِيلاً نِمْتُ
وَطَوِيلاً عِشْتُ
وَعِنْدَمَا ثَمَرَةً صِرْتُ
عَرِفْتُ مَا يَنْتَظِرُنِي.

قُلتُ لِلْسَحَرَةِ أنْ يَعْتَنُوا بِي
فَأخَذُونِي.
كُنْتُ
ضِحْكَتِي طِيبَةٌ وَخَفْرَةٌ
أطِيرُ عَلَى رِيشِ عَصْفُورٍ وَ وِسَادَةً أصِيرُ فِي اللَيْلِ
رَمُوا جَسَدِي بِالتَعَاوِيذِ وَقَلبِي دَهَّنُوهُ بِعَسَلِ الجِنُونِ
جَاؤوْنِي بِفَاكِهَةٍ وَحِكَايَاتْ
وَهَيَّأوْنِي لِأعِيشَ بِلا جِذُوْرِ.

وَمُنْذُ ذَلِكَ الحِينِ أُغَادِرُ
أتَقَمَّصُ غَيمَةً كُلَ لَيلٍ وَأسَافِرُ
لا يُودِّعِنِي سِواي وَلا يَسْتَقْبَلُنِي سِوَاي
مِنْ انعِتَاقٍ أطِيرُ لا مِنْ خَوْفِ
وَأعُودُ مِنْ شَوْقٍ لا مِنْ خَيبَةِ
دَأبِي البَحْرُ وَبُوْصَلَتِي العَاصِفَة
وَفِي الحُبُ لا أرْسُوْ فِي مِيْنَاءٍ
فِي اللَيْلِ أتْرُكُ الكَثِيرَ مِنِّي
تُمَّ ألتَقِي بَعْضِي بِعِنَاقٍ شَدِيْدٍ عِنْدَمَا أعُودُ
تَوْأمَايَ المَدَّ وَالجَذِرْ
المَوْجَةُ وَرَمْلُ الشَاطِئِ
تَمْنُّع القَمَرِ وَغِلمَتِهِ
الحُبُّ وَمَوْتُ الحُبُّ
فِي نَهَارِيَ أكُونُ
ضِحْكَتِي لِلآخَرِينِ وَسَفَرِي لِي
فَمَنْ يَفْهَمُ ايْقَاعِيَ يَعْرِفُنِيْ
يَلتَحِقُ بِي وَلا يَكُوْنُ مَعِي.

lunedì 23 marzo 2015

Il rituale arabo del tè: "Il primo bicchierino è dolce come l'amore, il secondo è forte come la vita, il terzo è amaro come la morte".

Ahlan wa Sahlan! Benvenuti!
Oggi vi illustrerò l'importanza del rituale del tè tra gli Arabi.
Entrando subito nel vivo della pratica, vi presento la tipica teiera araba:


La prima è la versione antica, la seconda è la moderna. Si tratta di una teiera piuttosto alta con il beccuccio molto lungo allo scopo di versare il tè da una certa altezza per ossigenarlo formando la tipica schiuma nel bicchiere.

Nei paesi arabi del Medioriente viene consumato quasi esclusivamente il tè di tipo ceylon dello Sri Lanka probabilmente per motivi legati al commercio internazionale, ma anche per la preferenza degli arabi al gusto forte e deciso tipico di questo tè. Nei paesi arabi del Nord-Africa (Maghreb) si usa anche il tè cinese.

Come prepare un tè alla maniera araba per 2 persone?
Occorrono 2 tazze d'acqua, 2 cucchiai rasi di tè, un ciuffo grande di menta fresca e 2 cucchiai pieni di zucchero. 
Bollire l'acqua con un pentolino a parte e versarne il quantitativo di mezzo bicchiere nella teiera araba. Aggiungere il tè e lasciarlo riposare per 3-4 minuti roteando delicatamente la teiera di tanto in tanto (durante questo periodo le foglioline di tè si apriranno e rilasceranno la polvere e l'eccesso di teina). Eliminare l’acqua che è servita per pulire il tè (i forellini nel beccuccio della teiera bloccheranno le foglioline all'interno e lasceranno passare solo l'acqua). Versare nella teiera la restante acqua precedentemente bollita ed aggiungere i rametti di menta spezzettati e lo zucchero. Riscaldare di nuovo il tè senza però arrivare al bollore. Prima di servire il tè bisogna ossigenarlo: versarlo nel bicchierino facendolo cadere dall'alto così da formare la schiuma all'interno e poi riversarlo nella teiera ripetendo il procedimento dalle 3 alle 10 volte. Questo passaggio serve, inoltre, a far amalgamare gli ingredienti e a verificare l'intensità giusta del tè. 
I bicchierini utilizzati sono di grandezza leggermente superiore alla tazzina del caffè e sono generalmente di vetro con decorazioni tipiche.

La trasparenza del vetro rende possibile l'osservazione del colore del tè per capire se si è raggiunta l'intensità desiderata: se si preferisce un sapore più leggero il colore dovrebbe essere lievemente ambrato, se lo si preferisce più carico il colore dovrà essere più scuro e quindi dovrà essere riversato nella teiera più volte. 
Poiché i bicchierini sono molto piccoli, nel rituale arabo il tè viene offerto più volte, infatti è buona norma accettare di bere almeno 3 tazzine. Naturalmente quanto più il tè riposerà nella teiera tanto più aumenterà l'intensità del sapore amaro del tè. Si dice, infatti, che: "il primo tè offerto è dolce come l'amore, il secondo è forte come la vita, il terzo è amaro come la morte".

Perché si usa la menta?

La menta è una pianta rinfrescante che si sposa bene con i torridi climi dei paesi arabi e possiede, inoltre, un effetto benefico sull'apparato digerente riducendo le fermentazioni e quindi favorendo la digestione. Ecco perché viene bevuto specialmente dopo i pasti. 

Ma ogni ora è quella giusta per assaporare un tè in compagnia di qualcuno. Esso rientra, infatti, tra le cosiddette “bevande sociali”, ovvero quelle bevande il cui consumo è legato all'aggregazione ed alla condivisione di un momento con gli altri. Tali “momenti” sono generalmente ordinari; tutti gli arabi adorano ripetere il rituale del tè più volte al giorno, sia a casa che nelle “Sale da tè” tipiche, in particolare mentre fumano il “narghilè”. 

Inoltre nei bazar gli abili mercanti sono soliti offrire del tè ai propri clienti, durante le lunghe e caratteristiche trattative che precedono la vendita. 


Le occasioni straordinarie che vedono la consumazione sistematica di tè sono le feste e le cerimonie quali ad esempio i matrimoni, il Ramadan e le varie feste riferite ad eventi religiosi, andando così a suggellare simbolicamente i momenti fondamentali nella vita delle persone. In conclusione si tratta di una vera e propria consuetudine che stabilisce un legame profondo con tradizioni antichissime che non passano mai di moda.


La Teiera Turca
Come sapete, fanno parte dei popoli cosiddetti mediorientali anche i Turchi.
La teiera turca, a differenza di quella araba, è composta da due parti. 


Nella parte più grande, quella inferiore, viene versata l'acqua, mentre in quella più piccola, la superiore, vengono riposte le foglie di tè (le quantità sono: 2 bicchieri di acqua nella teiera grande e due cucchiaini di tè nella teiera piccola). Quando l'acqua bolle, il vapore uscirà da un foro presente sulla teiera grande; a quel punto bisogna versare l'acqua bollente nella teiera piccola e riempire di nuovo la teiera grande di acqua e rimetterla sul fuoco per 15 minuti. Infine si serve il tè mischiando i liquidi delle due teiere a piacimento, rendendolo così più o meno intenso.
Viene servito in bicchierini di vetro non decorati con le zollette di zucchero a parte.

Le foto della mia partecipazione all'Evento dedicato alla degustazione di tè e dolci in cui ho partecipato raccontando il rituale arabo del tè:

Per vedere le altre foto vai su:

Il Video del suddetto Evento:

Grazie 

sabato 21 marzo 2015

Newroz, Capodanno in Medioriente

Oltre agli arabi, il Medioriente è abitato da altri popoli come ad esempio i Curdi e i Persiani. Entrambi festeggiano nel giorno del 21 Marzo il Capodanno, festa millenaria chiamata Newroz.  
In particolare i Curdi festeggiano indossando abiti tradizionali dai colori verde, giallo e rosso, danzando intorno al fuoco e saltandovi sopra in segno di coraggio e resistenza.
Secondo la leggenda, più di 2000 anni fa il popolo Curdo sconfisse il tiranno che li soggiogava da tempo immemore. Per celebrare l'avvenuta libertà accesero un grande fuoco, da allora diventato simbolo di liberazione. 
Chi sono i Curdi oggi?
Dopo la caduta dell'Impero Ottomano all'indomani delle guerre mondiali, il territorio fu suddiviso in tanti Stati nazionali. Il Kurdistan (lo Stato dei Curdi) non fu fondato e da quel momento 40 milioni di curdi si sono trovati a far parte di nuovi Stati quali Turchia, Siria, Iraq e Iran e di consuguenza hanno visto cancellare dalle istituzioni la loro storia ed identità di popolo. Numericamente così importanti, i Curdi non possono essere considerati semplicemente come minoranza etnica nei diversi Stati. Da questo assunto parte la loro rivendicazione del diritto di usare la lingua curda in modo ufficiale e della libertà di praticare le loro tradizioni. Continui scontri e proteste da sempre animano la vita di tutti i Curdi. Soltanto nel nord dell'Iraq nel primo decennio degli anni 2000 sono riusciti ad istituire un Governatorato Curdo autonomo, mentre nel nord della Siria di recente è stata creata una Regione interamente occupata e gestita dai Curdi.

Alcuni articoli scritti da me sui Curdi:




mercoledì 18 marzo 2015

In questa giornata così triste per la ‪#‎Tunisia‬, piuttosto che commentare parlando di terrorismo, la voglio ricordare con questa immagine, ovvero il mio primo ‪#‎tè‬ alla maniera ‪#‎araba‬ bevuto molti anni fa: un tè verde con menta fresca e pinoli.... accompagnato dall'inebriante profumo dei ‪#‎gelsomini‬ tunisini regalati lungo le strade della città.... in particolare nel borgo marittimo di Sidi Bou Said. La Tunisia è un posto speciale che va visitato almeno una volta nella vita! 
Mi auguro che i turisti non siano spaventati da questi eventi che, seppur tragici, rimangono isolati. 


Chiunque sia interessato a conoscere il rituale del tè arabo è invitato all'evento di domenica presso il club Karma:https://www.facebook.com/events/1555951374677452/

domenica 15 marzo 2015